marcobecattini

Il gioiello, sia che il bozzetto venga affidato alle abili mani
dell’artigiano orafo, sia, ed è il caso di Marco, scaturisca
direttamente dal crogiuolo dello scultore, abita a pieno diritto
il mondo dell’arte contemporanea.

Non stupisca la passione degli scultori per tali ornamenti.
I gioielli, prendendo vita al momento in cui vengono indossati, si legano indissolubilmente con colei (colui) che li indossa, e così, muovendosi, vivendo in momentanea simbiosi con il corpo, toccano l’intima sostanza della scultura: un oggetto solito abitare inanimato lo spazio, che finalmente crea lo spazio animandosi. Non a caso, tra le arti, quella più vicinaalla scultura è la danza: un corpo in movimento non soltanto abita lo spazio, bensì lo crea.

Marco, con tutto il suo lavoro, appartiene per
consapevolezza e cultura, alla schiera tenace di coloro che
le mani le usano e le sanno usare, di coloro che attraverso
la propria esperienza affrontano la materia, quale essa sia,
e la trasformano.

L’argento, allo stato naturale fuso nell’osso di seppia
per mille rivoli e grumi, diviene così un monile di straordinaria leggerezza; metallo pesante, greve, si alleggerisce per adattarsi ad una mano o ad un braccio e così prendere vita e sostanza.

Lucia Fiaschi, curatore indipendente